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I luoghi

S. Vittore, Collegiata

L’attuale chiesa parrocchiale di San Vittore è stata chiesa madre di Mesolcina e Calanca, legata al Capitolo di canonici istituito da Enrico de Sacco nel 1219 e soppresso nel 1885. La Collegiata dei santi Giovanni e Vittore è la sola chiesa basilicale del Moesano, con tre navate a tre campate. Documentata come cappella di San Giovanni nel 1219, subì un primo importante ampliamento già nel XIII secolo. Un successivo ingrandimento avvenne intorno al 1500: il portale principale reca la data del 1498 e le navate laterali sono state voltate nel 1512. La navata centrale è stata sopraelevata nel 1713, conferendo alla chiesa la volumetria attuale. Il coro poligonale con volta a ombrello è di stile barocco.

La facciata principale rispecchia la tripartizione interna della chiesa, sottolineata dalle lesene con alla sommità strutture piramidali. Sopra l’entrata si trova una bifora di gusto tardo gotico, risalente al 1615.

Al centro della parete meridionale spicca una pittura murale con un San Cristoforo del XVI secolo; sullo stesso lato, tra la navata e il coro, si eleva il campanile: la costruzione originale del XIII secolo è stata innalzata, probabilmente nel 1713, e completata con un tetto piramidale in metallo.

Tra le pitture murali all’interno, spiccano quelle protorinascimentali dell’altare della Santa Croce (1498), sul lato settentrionale, riportate alla luce e ricostituite nel 1931: la parte centrale rappresenta la croce sostenuta da Sant’Elena con San Rocco, San Sebastiano e il vescovo Macario di Gerusalemme. Lungo la parete della navata meridionale troviamo l’altare dedicato a San Carlo Borromeo (1829), con una tela raffigurante il santo (1832). Numerose tele dei secoli XVII e XVIII, tra cui una Crocifissione di Nicolao Giuliani (1680) e una Lapidazione di Santo Stefano (1645), opera di Bernardino Serodine. La volta della navata centrale presenta uno stucco del 1831 raffigurante il Banchetto di Erode.

Sui lati esterni all’entrata del coro, troviamo due altari risalenti al 1643/1645: a destra l’altare della Madonna della Salette, fino al 1870 dedicato a Santo Stefano; a sinistra, quello della Madonna del Rosario. Il coro è sopraelevato di sette gradini rispetto alla navata: gradinata e balaustra sono in marmo rosa di Arzo e hanno sostituito nel 1896 la precedente costruzione del 1661, in pietra bianca. L’altare principale risale al 1805: opera dei marmisti Antonio Silva di Vergiate e Giuseppe Catelli di Viggiù, ricorda quello della chiesa di San Vittore al Corpo a Milano ed ha sostituito l’altare ligneo di Ivo Strigel, del 1505; parte delle preziose sculture in legno sono ora custodite al Museo nazionale di Zurigo, rispettivamente nel Museo del Duomo di Coira.

Vasto restauro interno della chiesa nel 1931, sotto la direzione dell’architetto Adolfo Gaudy: arrotondamento degli archi acuti tra le navate, apertura di un oculo centrale nella volta del coro e sostituzione delle vetrate ottocentesche.

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