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I luoghi

Bellinzona, Collegiata dei SS. Pietro e Stefano

La chiesa conserva, della struttura rinascimentale (1517), l’imponente facciata in pietra scura di Castione. Su questa domina un rosone di 5 metri di diametro con 12 raggi, eseguito tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. L’interno, a navata unica, ricco di stucchi eseguiti da G.B. Barberini, conserva tele di scuola lombarda del ‘600: opere di C. Procaccini, B. Roverio detto il Genovesino e F. Mazzucchelli detto il Morazzone. Ai lati dell’altare affreschi attribuiti a Rocco Torricelli. Le architetture sopra l’altare sono attribuite a G.A.F. Orelli, mentre tra gli affreschi, opera del pittore Airaghi, degno di nota è quello detto “dell’angelo musicista”.
Nelle lunette della volta Sibille e Profeti. La cupola poggia su una crociera decorata a cassettoni con rosette. Sull’altare maggiore, di G. Baroffio (1763), una pala con la Crocefissione. I due grandi affreschi sulle pareti orientali dei bracci del transetto sono di Agostino Caironi e rappresentano la Caduta di Simon Mago e la Lapidazione di S. Stefano. Di particolare interesse la grande acquasantiera vicina all’ingresso principale, detta fontana Trivulziana per essere appartenuta a Gian Giacomo Trivulzio, signore di Mesocco XV secolo, ricca di stemmi sforzeschi.
L’organo è uno straordinario strumento costruito nel 1588 dal più noto della famiglia degli organari bresciani Antegnati. Più volte trasformato ed ampliato, dopo un lungo lavoro è tornato alla sua struttura originale. Lo strumento, tolto dalla cassa nel 1989, è stato restaurato negli anni 1997-1998 dalla Casa Organaria Mascioni.

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