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Viaggio nella bellezza nel nome di Dante

Poteva il Ticino non unirsi alle celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri? Baluardo della lingua e della cultura italiana, i territori tra le Alpi, Lombardia e Piemonte rivendicano la propria presenza a questo appuntamento al quale da tempo ci si preparava. Certamente la pandemia non ha aiutato, ma quanto si è fatto, in molteplici forme, da parte di enti, istituzioni, artisti e associazioni culturali e non solo, è segnale di una volontà inscalfita di italianità e voglia di non fermarsi, non chiudersi, ma continuare a svolgere la propria missione trovando, se possibile, strumenti innovativi. Molti hanno messo in campo le loro forze proponendo appuntamenti di qualità in ogni settore: letteratura, poesia, teatro, musica, danza, arti plastiche. A questa nutrita schiera si unisce anche Cantar di Pietre proponendo un percorso alla riscoperta del genio dantesco che passa attraverso la musica. Quella del tempo di Dante, ovvero quella potenzialmente da lui ascoltata. Quella

scaturita dai testi di Dante. Quella da lui citata nelle sue opere, dal Convivio a Vita Nova e Divina Commedia.

Celebrare Dante a 700 anni dalla morte significa non solo rendere doveroso omaggio a un grande, ma anche continuare a interrogarsi sul patrimonio consegnatoci da questo straordinario intellettuale che fece dell’impegno civile, morale e religioso la ragione stessa della sua incomparabile produzione artistica.

Nella storia della letteratura, ma anche in altri campi, quasi mai si sono riscontrati in una sola personalità, gli ideali più alti di umanità e la coincidenza di una esistenza in cui ideale e reale, parola e pensiero, si incrociano e si fondono.

Dante è figlio del suo tempo, il Medioevo e in lui si svelano la storia, il sapere e la sapienza del suo tempo che fu tutt’altro che buio. Di quel Medioevo egli ne denuncia, non senza sofferenza, i vizi, i tradimenti, le corruzioni anticipandone il declino.

Dante ha portato a compimento il passaggio tra latino e volgare, riconoscendo al parlare del popolo la dignità letteraria e la superiorità comunicativa. Per questo la sua poesia trascende la dimensione temporale e territoriale. Per questo poeti, letterati, filosofi, critici, storici della letteratura, intellettuali di tutto il mondo hanno scandagliato Dante e i suoi versi e ne hanno sottolineato la grandezza.

La potente visione poetica dantesca dell’ultraterreno ha ispirato opere letterarie, figurative, musicali, teatrali ed anche cinematografiche e Cantar di Pietre lo mostrerà al suo pubblico, recuperando l’essenza di Dante, che altro non è che la capacità di parlare all’uomo dell’uomo, in un viaggio senza tempo e senza spazio costellato di bellezza.


Giovanni Conti
Direttore artistico di Cantar di Pietre

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